Acquaiuo’, l’acqua è fresca?
  • Sara
  • Category Storia, Tradizione

“Acquajuo’, l’acqua è fresca” è tra i proverbi napoletani più famosi. L’espressione viene utilizzata quando ci si riferisce a qualcosa di estremamente ovvio. 

Ma chi sono gli acquaiuoli?

Quello dell’acquaiuolo è un mestiere molto antico praticato infatti sin dal Medioevo. In Italia si trattava prevalentemente di venditori ambulanti di acqua potabile, raccolta dalle fonti o dai pozzi e trasportata da carretti. L’acquaiuolo poteva anche lavorare durante le feste paesane, offrendo, oltre a della semplice acqua ai passanti, anche acqua con succo di limone.

L’Acquajolo disegnato da Carlo Muller (all’inizio del XIX secolo)

A Napoli, nello specifico, il lavoro dell’acquaiuolo serviva anche per combattere la disoccupazione nel mondo giovanile: erano tanti i ragazzi fino ai 20 anni che praticavano questo tipo di lavoro per racimolare qualche soldo. L’acqua venduta era quella sulfurea nel quartiere di Santa Lucia, conosciuta anche con l’espressione “l’acqua d’ ‘e mummarelle”, famosa come autentico rimedio per molti dolori fisici. Nello specifico, le mummarelle erano anfore di terracotta capaci di conservare l’acqua ad una temperatura fresca, un metodo perfetto con cui gli antichi acquaiuoli riuscivano a vendere l’acqua ad una perfetta temperatura anche in piena estate. Chi aveva un chiosco, invece, posizionava i vasi di terracotta dentro frigoriferi in argilla in cui tenere le bevande al fresco.

Sebbene fosse un lavoro molto antico, questa figura è stata presente tra i vicoli di Napoli fino al 1970, anche se in realtà si possono trovare ancora oggi piccoli chioschi a via dei Tribunali e a Piazza Trieste e Trento. Questi locali hanno il potere di farvi tornare indietro nel tempo, una piacevole esperienza sia per i turisti che per i napoletani: una piccola oasi per gustare una bevanda fresca durante questa caldissima estate!

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